Acidi e basi

Gli acidi, le basi e i sali, prodotti dalla reazione fra acidi e basi, costituiscono una delle principali classificazioni delle sostanze chimiche. 

Queste categorie di composti furono definite molto tempo prima che venissero chiariti sia la loro natura fisica, sia ciò che determinava le loro proprietà caratteristiche (v. chimica, storia della). In origine gli acidi furono identificati a causa del gusto aspro delle loro soluzioni in acqua e anche perché erano capaci di attaccare e sciogliere alcuni metalli. La parola acido è derivata dal termine latino acetum (aceto). Le basi furono invece identificate come quelle sostanze saponose al tatto e in grado di reagire in acqua con gli acidi per formare i sali.

Definizione

I tentativi di definire con maggiore precisione gli acidi e le basi ebbero origine nel 1777, quando il chimico francese Antoine Laurent Lavoisier suggerì che gli acidi venissero identificati come composti contenenti ossigeno. Ma successivamente fu scoperto che l'acido cloridrico non conteneva ossigeno. Il chimico inglese sir Humphry Davy propose, nel 1810, che fosse l'idrogeno, piuttosto che l'ossigeno, l'elemento necessario per identificare gli acidi. Nel 1838 il chimico tedesco Justus von Liebig offrì la prima definizione realmente utile di un acido: un composto contenente idrogeno che può reagire con un metallo per produrre idrogeno gassoso.
Circa 50 anni dopo, un altro chimico tedesco, Wilhelm Ostwald, e il chimico svedese Svante August Arrhenius misero in evidenza che quando gli acidi, le basi e i sali sono disciolti in acqua, essi si separano (dissociano), parzialmente o completamente, in particelle cariche dette ioni: i cationi sono carichi positivamente, mentre gli anioni sono ioni negativi. Poiché le soluzioni di ioni sono buoni conduttori elettrici, le sostanze che li producono sono dette elettroliti. Da questa definizione, furono considerati acidi quegli elettroliti che producono lo ione idrogeno mentre le basi furono identificate come elettroliti capaci di liberare ioni ossidrile.

Teoria di Bronsted-Lowry

Sebbene estremamente utile, la definizione di acidi e basi basata sulla produzione di ioni idrogeno e ioni ossidrile poteva essere applicata, per la sua natura, solo a soluzioni contenenti acqua, e non era applicabile, quindi, a soluzioni in solventi organici. Nel 1923 il chimico danese Johannes Nicolaus Bronsted e il chimico inglese Thomas Martin Lowry formularono, indipendentemente l'uno dall'altro, una definizione più generale. Essi proposero che fosse chiamata "acido" ogni specie che potesse cedere un protone (in quel periodo era ormai noto che gli ioni idrogeno erano identificabili con le particelle nucleari positive, dette protoni), mentre le basi erano quelle specie in grado di accettare un protone. Il termine "specie" comprende sia ioni che molecole e il protone corrisponde ad un atomo di idrogeno che ha perso un elettrone.
Sebbene la definizione di un acido non avesse subito un gran cambiamento rispetto alle precedenti teorie, la definizione di una base divenne più generale. Ogni acido, per definizione, produce una base, coniugata all'acido, per perdita di un protone. Allo stesso modo una base, acquistando un protone, si trasforma nel suo acido coniugato. Poiché alcuni acidi, detti poliprotici, possono cedere due o più protoni, uno alla volta in fasi successive della loro dissociazione, alcune specie prodotte possono agire sia come basi che come acidi: esse vengono dette composti anfoteri.

Acidi e basi di Lewis

Nel 1923 il chimico americano Gilbert Newton Lewis definì gli acidi e le basi in termini di trasferimento di elettroni, piuttosto che di protoni. Secondo questa teoria, un acido è una specie che può accettare elettroni da una base, in grado quindi di offrirli per formare un legame chimico. La definizione di Lewis si è dimostrata utile, specialmente per descrivere quei sistemi che non contengono idrogeno. Tuttavia essa non è stata accettata così largamente come la definizione di Bronsted-Lowry, forse perché essa non riconosce il ruolo speciale dello ione idrogeno. Comunque la dizione acidi e basi di Lewis è generalmente riservata a quei reagenti che funzionano da accettori di elettroni da parte di molecole donatrici e viceversa, senza la partecipazione di ioni idrogeno o ossidrile.

Forza degli acidi e delle basi

La forza di un acido o di una base in acqua è valutata dalla loro capacità di dissociarsi in ioni. La dissociazione è la separazione di un acido in ioni idrogeno e nella sua base coniugata. In modo equivalente, una base può dissociarsi in ioni ossidrile ed in ioni metallici. Acidi e basi forti sono altamente dissociati in acqua, mentre acidi e basi deboli possono essere dissociati per una percentuale molto bassa, spesso assai inferiore all'1%.
La forza di una soluzione di un acido o di una base è indicata dal suo pH su una scala da 0 a 14. Un pH = 7 è definito come neutro; soluzioni con un pH minore di 7 sono acide, mentre quelle con un pH maggiore sono basiche o alcaline. La scala di pH è in relazione con la concentrazione degli ioni idrogeno in soluzione, così che un aumento o una diminuzione di dieci volte nella concentrazione di ioni idrogeno riduce o aumenta il pH della soluzione di una unità.
Per determinare la forza di una soluzione acida o basica si utilizzano acidi o basi organiche deboli che presentano un caratteristico cambiamento di colore in funzione del pH (indicatori). Uno dei più comuni è la fenoftaleina, un liquido incolore che vira al rosa in presenza di ioni ossidrile.

Neutralizzazione

Gli acidi e le basi possono reagire gli uni con gli altri per formare soluzioni neutre di sali. Per esempio, quando viene mescolato in acqua uno stesso numero di molecole di idrossido di sodio e di acido cloridrico gli ioni idrogeno e gli ioni ossidrile reagiscono per formare molecole di acqua, lasciando in soluzione solo gli ioni sodio e gli ioni cloro. Facendo evaporare la soluzione, l'acqua pura va via e si separa cloruro di sodio solido.

Basi e acidi inorganici

Le basi e gli acidi inorganici sono sostanze ottenibili per manipolazione delle sostanze minerali naturali. L'acido solforico, l'acido inorganico, è di gran lunga il più comune prodotto dell'industria chimica. Esso è usato per la fabbricazione di fertilizzanti, nell'industria petrolifera e nel decapaggio dei metalli. L'acido nitrico è usato per la fabbricazione di esplosivi e materie coloranti. Fra le basi, l'idrossido di sodio e l'idrossido di potassio sono usati nel ciclo di produzione e di raffinamento dei saponi e l'ammoniaca per ottenere materiali fertilizzanti.

Basi e acidi organici

La maggior parte delle classi di acidi organici contengono gruppi acidi caratteristici attaccati ad uno o più gruppi idrocarburici. Una importante classe di basi organiche è costituita dalle ammine. Esse formano i loro acidi coniugati attaccando un protone addizionale all'atomo di azoto.

Vedi anche: tamponi; titolazioni.

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Ultimo aggiornamento: 29/11/14