Vento

Il vento è lo spostamento di aria in relazione alla rotazione della superficie terrestre; ha una costituzione tridimensionale, con le componenti orizzontali che sono considerevolmente più grandi di quelle verticali. I venti hanno velocità orizzontali tipiche di 50 Km/h, sebbene nelle correnti a getto siano state registrate velocità superiori a 300 Km/h. Le velocità verticali sono intorno ai 10 Km/h, di conseguenza il termine vento è diventato sinonimo delle componenti orizzontali dei venti. In meteorologia, per indicare la direzione del vento, viene utilizzata la posizione da cui il vento soffia; per esempio, un vento che soffia da nord-est si chiama "vento di nord-est".

Cause ed effetti

Le LEGGI DEL MOTO di Isaac Newton implicano che il movimento dell'aria deve essere il risultato di forze di disequilibrio che sono dovute a grandi variazioni di temperatura. Le regioni equatoriali e quelle polari hanno le variazioni di temperatura più grandi; queste variazioni, insieme con un conseguente gradiente di pressione e con l'effetto Coriolis, sono l'essenza dei venti terrestri. Lo spirare del vento è un tentativo dell'atmosfera di ristabilire l'equilibrio. Poiché il Sole mantiene continuamente i gradienti di riscaldamento, non si raggiunge mai l'equilibrio; si raggiunge, invece, uno stato di uniformità in cui venti costanti portano calore dall'equatore verso il polo.

La distribuzione dei venti è governata da tre effetti fisici fondamentali: le forze di spinta responsabili del movimento nell'atmosfera; l'effetto dei processi di dissipazione, come l'attrito, che riducono l'energia cinetica del vento; e l'effetto Coriolis, dovuto alla rotazione terrestre. I venti di qualsiasi scala, dalla planetaria alla regionale, sono governati da questi processi.

Gli effetti dell'attrito creano vortici negli strati bassi turbolenti dell'atmosfera. Ad altezze superiori a 1 Km, i venti sono, in genere, uniformi. L'aria, tuttavia, può essere completamente turbolenta in prossimità delle correnti a getto. Poiché l'attrito in prossimità della superficie terrestre dissipa energia, i venti per tutta la troposfera si regolano per colmare la perdita di energia. In questo modo, tutta l'atmosfera è affetta da processi di dissipazione in prossimità della superficie terrestre.

Effetto di Coriolis

La rotazione terrestre modifica il vento a causa dell'effetto di Coriolis, che può essere descritto come la forza prodotta dalla rotazione terrestre. Questa forza è zero all'equatore e raggiunge il massimo ai poli. A causa della bassa forza di Coriolis alle basse latitudini, i venti in queste zone hanno la tendenza a spirare direttamente dalle zone di alta a quelle di bassa pressione; a latitudini più alte, dove la forza di Coriolis è grande, i venti soffiano quasi parallelamente alle isobare.

Alle medie e alle alte latitudini, le forze di attrito che agiscono in senso opposto alla direzione del vento creano uno squilibrio di forze (forza di Coriolis, forza del gradiente di pressione e forza d'attrito), che causa un cambiamento nella direzione del vento, nel suo vettore verticale, quando la velocità del vento scende a zero alla superficie terrestre. Questo effetto si chiama spirale di Ekman.

Alle basse latitudini, la forza di Coriolis è insignificante e il vento diminuisce fino a zero sulla superficie terrestre, con un piccolo cambiamento di direzione.

Tipi di vento

I venti vengono raggruppati in tre tipi: i venti planetari, che comprendono gli alisei e i venti occidentali delle medie latitudini; i venti secondari, le brezze marine, i monsoni e i cicloni; i venti regionali anabatici e catabatici.

Nei venti planetari, che sono la componente maggiore della circolazione generale, alle basse latitudini, dove il riscaldamento solare del mare crea una bassa pressione, si verifica un moto di sollevamento. Un afflusso di compensazione si verifica ai bassi livelli di ciascun emisfero, producendo gli alisei di nord-est dell'emisfero settentrionale e quelli di sud-est dell'emisfero meridionale. L'afflusso di aria dai tropici nella troposfera superiore è deviato dalla forza di Coriolis e forma i forti venti occidentali.

I venti occidentali possono divenire instabili e produrre le perturbazioni delle medie latitudini come le correnti a getto, i cicloni e gli anticicloni, come pure i sistemi di venti secondari associati; tuttavia, se stabili, essi rimangono essenzialmente occidentali. I venti occidentali penetrano l'atmosfera fino alla superficie terrestre, dove sono dissipati dall'attrito.

I venti secondari si sviluppano per rendere minimi degli squilibri locali. I monsoni, per esempio, rendono minimo il gradiente di temperatura tra la terraferma calda e gli oceani adiacenti più freddi, producendo un flusso, dal largo, di aria più fredda. Influenzati dalla forza di Coriolis, i monsoni estivi si accostano all'Asia da sud-est. Nell'inverno, i monsoni soffiano da nord-est, dal continente asiatico estremamente freddo verso gli oceani più caldi.

Un esempio di venti secondari delle medie latitudini sono i venti associati con i sistemi di tempo variabile (vedi CICLONI E ANTICICLONI). Inoltre i venti associati con questi sistemi, avendo direzioni specifiche relative ai centri di pressione, sono caratterizzati da burrasche.

La brezza di mare è un vento più dolce che di solito si sviluppa entro 20 Km dalla costa e ha uno sviluppo verticale di pochi chilometri. Se il riscaldamento diurno è abbastanza forte, come ai tropici, il vento umido, che spira dal largo, ed è costretto a innalzarsi dal riscaldamento superficiale, può formare grandi nuvole convettive che sono la causa dei brevi, ma intensi acquazzoni. Il raffreddamento della superficie terrestre durante la notte inverte il senso della brezza e quindi si ha una debole brezza superficiale che spira verso il largo.

I venti regionali sono, di solito, dovuti agli effetti di lineamenti geografici come le catene montuose. Un vento umido sopra un monte è costretto a innalzarsi e può portare conseguenze climatiche significative. Raffreddandosi adiabaticamente, l'aria che si innalza può produrre precipitazioni sul versante sopravvento del monte. Quando l'aria discende nel versante sottovento, il riscaldamento adiabatico, sommato al calore portato al sistema dalla condensazione sul versante sopravvento, causa un vento molto caldo. Questi venti possono essere molto turbolenti e possono causare parecchi danni. I venti ascendenti vengono chiamati venti anabatici, mentre quelli discendenti sono chiamati venti catabatici (vedi FOHN).

Effetti secondari

I venti sono responsabili di numerosi effetti secondari: per esempio, l'energia del vento, che viene dissipata al confine della superficie terrestre con l'atmosfera, produce, sopra le regioni oceaniche, il moto ondoso (v. ONDE MARINE) e le grandi correnti oceaniche (v. OCEANICHE, CORRENTI;OCEANO-ATMOSFERA, INTERAZIONE). Questa energia è dissipata sulle coste o trasmessa in profondità da vortici turbolenti. Sopra la terraferma, l'energia riscalda la superficie e può essere responsabile dell'erosione (v. VENTO, AZIONE DEL). L'ENERGIA EOLICA può essere sfruttata o direttamente dai mulini a vento o indirettamente ricavandola dal moto delle onde marine. Le regioni degli alisei - dove si hanno venti stabili e mare lungo - sono fra i luoghi migliori per la creazione di stazioni di sfruttamento dell'energia del vento e delle onde. Importanti per la navigazione aerea sono le variazioni trasversali della velocità del vento, pericolose in fase di decollo e atterraggio. Poiché gli indicatori tradizionalmente usati negli aeroporti si sono dimostrati scarsamente efficaci si sono studiati nuovi metodi per misurare la componente di taglio del vento. Nel 1988 sono stati sperimentati con successo dei sistemi radar Doppler e si spera che possano entrare in funzione nei principali aeroporti verso la metà degli anni Novanta.

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Questa pagina è stata realizzata da Vittorio Villasmunta

Ultimo aggiornamento: 29/11/14