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Procedure decisionali nelle fasi di diagnosi, prognosi e controllo operativo dei modelli numerici di previsione del tempo

2.2.1    IL FRONTE FREDDO

2.2.1.d - Caso di studio

La figura 1 mostra una profonda saccatura che si estende, in senso meridiano, dal Mar di Norvegia fino all’entroterra algerino. L’aumento della vorticità relativa, dovuto alla progressione verso latitudini più basse della sua propaggine meridionale, dà inizio alla fase di tear-off e, successivamente, ad una ciclogenesi ad ovest della Corsica.

L’immagine satellitare evidenzia la warm conveyor belt estesa dall’Algeria fino alle Repubbliche baltiche.

E’ fondamentale osservare come la nuvolosità frontale si trovi nella parte avanzante della saccatura e in corrispondenza delle zone dove più intense risultano le avvezioni di spessore.

La figura 2 mostra che sono queste ultime le zone in cui i moti ascendenti risultano più intensi: essi forniscono uno strumento diagnostico e prognostico per la localizzazione della nuvolosità e dei fenomeni legati al fronte freddo.

Figura 2: topografia della 500 hPa e velocità verticali a 700 hPa

La temperatura pseudo potenziale di bulbo bagnato (figura 3) mostra l’intenso gradiente termico lungo la banda nuvolosa del fronte freddo, dalle coste algerine fino alla Toscana. Si identifica la WCB, che precede il fronte, estesa dall’Algeria alle regioni baltiche. Si nota l’inizio dell’occlusione sul golfo di Genova.

Figura 3: Immagine IR sovrapposta alla temperatura pseudopotenziale di bulbo bagnato alla 850 hPa

L’analisi del vento negli alti livelli troposferici (figura 4) evidenzia un aspetto caratteristico del fronte freddo: la presenza di un ramo del getto post-frontale ad esso parallelo.

Figura 4: analisi del vento massimo

Dal diagramma termodinamico (figura 5) si nota che, all’avvezione fredda nei bassi strati (rotazione antioraria dei venti con il crescere della quota) si sovrappone avvezione calda negli strati medi e alti (rotazione oraria dei venti con il crescere della quota).

Le due diverse circolazioni sono separate da una netta inversione termica, poco al disotto della 750 hPa. Si individuano due strati di nubi: il primo corrispondente al fronte freddo intorno al livello della 800 hPa ed un secondo, corrispondente alla WCB, al di sopra di esso.

Figura 5: diagramma termodinamico di Cagliari

La fenomenologia

 

Osserviamo (figura 6) che le zone con precipitazioni diffuse sono maggiori nella WCB a ridosso del fronte freddo; esse possono assumere carattere convettivo anche nel settore caldo.

Figura 6: diagnosi sulle precipitazioni previste

La rappresentazione grafica

Figura 7: analisi al suolo; la rappresentazione in uso è quella della scuola norvegese ad indicare il fronte freddo, caldo ed occluso


Questa pagina è stata realizzata da Vittorio Villasmunta

Ultimo aggiornamento: 14/05/16