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Procedure decisionali nelle fasi di diagnosi, prognosi e controllo operativo dei modelli numerici di previsione del tempo

2.3 GLI PSEUDO FRONTI

2.3.3 LO PSEUDO FRONTE CALDO

Uno pseudo fronte caldo è associato ad un’intensa avvezione calda di origine africana, piuttosto frequente nell’area mediterranea; lo scarso contributo di umidità comporta una struttura nuvolosa compatta, ma alta, stratiforme e con deboli precipitazioni. Eventi complementari consistono in una generale intensificazione dei venti dai quadranti meridionali, un sensibile aumento di temperatura ed eventuali  trasporti di sabbia.

La figura 1 mostra un'area nuvolosa in corrispondenza del promontorio termico (thickness ridge) sul Tirreno, quest’ultimo generato dall’instabilizzazione di un flusso zonale sull’Africa settentrionale; a tale promontorio corrisponde una saccatura sullo stretto di Gibilterra.

Ai fini della diagnosi dello pseudo fronte caldo, è fondamentale considerare le caratteristiche dell'avvezione calda: in corrispondenza dell'area nuvolosa pseudo frontale essa è intensa nei bassi strati e tende ad indebolirsi fortemente con la quota.

Ciò è all'origine dell'aumento del geopotenziale nella media troposfera (promontorio termico) il quale è legato ad avvezione di vorticità decrescente con la quota; in base ai termini dell'equazione omega, essa provoca moti verticali discendenti nello strato, i quali annullano l'effetto della debole avvezione calda ivi presente. In base a tali considerazioni l'area nuvolosa che si trova immediatamente avanti all'avvezione di spessore, sottoposta a moti verticali discendenti, è identificabile come pseudo fronte.

Una ulteriore conferma viene dall'analisi delle velocità verticali (figura 2), le quali sono discendenti esattamente in corrispondenza dell'area nuvolosa pseudo frontale; velocità verticali ascendenti sono localizzate nella zona sottovento alla saccatura dove l'avvezione calda è supportata dall'avvezione di vorticità crescente con la quota.

Grazie all'analisi della temperatura pseudo potenziale di bulbo bagnato (figura 3) è possibile notare come l'area nuvolosa dello pseudo fronte si trovi davanti alla zona di intenso gradiente termico la quale rappresenta la traccia del fronte stesso.

Gli isospessori (figura 4) confermano l'avvezione calda nei bassi strati ed in particolare il suo ruolo attivo nella formazione della discontinuità termica nell'area in oggetto. In particolare il confronto con l'analoga carta a 500 hPa mette in luce come tale avvezione sia, in corrispondenza dell'area pseudo frontale, più intensa nei bassi strati.

Dal diagramma termodinamico (figura 5) si possono osservare: la rotazione oraria del vento e l’inversione termica che indicano intensa avvezione calda negli strati compresi tra il suolo e 750 hPa circa; si nota inoltre la nuvolosità alta e stratiforme tra la 600 e la 500 hPa.

La fenomenologia

Il passaggio di uno pseudo fronte caldo comporta principalmente un rinforzo dei venti dai quadranti meridionali e un generale, a volte sensibile, aumento delle temperature.

Le eventuali precipitazioni sono localizzate lungo la fascia di massimo gradiente termico: esse risultano di breve durata e di scarsa consistenza.

La rappresentazione grafica

Per indicare sull’analisi al suolo uno pseudo fronte freddo si utilizza la seguente simbologia:


Questa pagina è stata realizzata da Vittorio Villasmunta

Ultimo aggiornamento: 14/05/16